Intervento a Siracusa il 4 e 5 ottobre 2024 sul tema dell'umanità del diritto.
Il 4 ottobre, su invito del professor Alessio Lo Giudice, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Messina, dell'Ordine degli Avvocati di Messina e del Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights, Maud Coudrais è intervenuta al Colloquio dedicato all'umanità del diritto di fronte ai processi di disumanizzazione.
Questa iniziativa è nata originariamente dalla pubblicazione contemporanea nel 2023 di tre saggi che incarnano una forma di resistenza di fronte ai processi di disumanizzazione del diritto e della giustizia: Curare il mondo con Simone Weil (Tommaso Greco - Laterza), Il dramma del giudizio (Alessio lo Giudice - Mimesis) e Riumanizzare il diritto (Maud Coudrais - Mimesis).
Al di là delle loro specificità, questi autori condividono convinzioni comuni:
- L'essere umano è l'origine, lo strumento e la fine del diritto (Tommaso Greco).
- Gli operatori del diritto dovrebbero essere donne e uomini di buona volontà che si impegnano per affrontare la complessità, le difficoltà e le sofferenze senza distogliere lo sguardo, e per risolvere i conflitti senza alimentarli ne minimizzarli.
- Il diritto ha valore solo in termini di utilità sociale.
- Il pensiero giuridico deve prima di tutto cercare di rendere conto della realtà, resistendo alla tentazione della semplificazione, del settarismo e dell'eccesso di astrazione. Ma anche rendendo conto della realtà dei valori stessi.
- L'intelligenza della legge poggia sulla coscienza umana. L'intelligenza umana e giuridica non è riducibile alla ragione, alla logica o ai dati quantificabili. Implica anche sensibilità, capacità etica.
- Le tecniche, qualunque esse siano, non sono mai neutre. A loro volta, modificano profondamente la nostra umanità e la percezione che ne abbiamo.
-Riconoscere l'umanità del diritto implica accettare la nostra fallibilità come giuristi.
- È riconoscere il valore della nostra vulnerabilità, della nostra incompletezza, della nostra interdipendenza come soggetti di diritto.
-È rimettere la relazione al centro dell'esperienza giuridica.